La Sedia Volante della Reggia di Caserta

11 gennaio 1844. La Soprintendenza Generale della Real Casa comunicò a Giustiniano de Blasiis, incaricato dei siti reali di San Leucio e Caserta, la volontà del re Ferdinando II di costruire una “sedia volante”, o ascensore, all’interno della Reggia di Caserta. Un oggetto fuori dal tempo. Evidentemente erano troppo faticosi quei 117 scaloni per scendere e salire. In effetti la Reggia di Caserta si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un’altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Non proprio una passeggiata attraversare ogni ala del palazzo.

A quei tempi di ascensori non se ne parlava proprio. Esistevano dei tristi esempi nelle miniere britanniche, ma niente più di questo. Se ci pensate la casa dei Borbone si buttò in un progetto utopistico, un salto nel buio. Fu chiamato l’architetto Gaetano Genovese, assunto nel 1824, come aiuto architetto della Real Casa. Presto si ritrovò però a capo dell’ufficio, essendo uno degli architetti preferiti della famiglia reale. Furono 3335 i ducati prelevati dalle casse dei Borbone per realizzare il sogno del re, ovvero circa 166.750 euro di oggi.

Sull’esempio del montacarichi già presente nella Reggia di Carditello, chiamato “Tavola Meccanica”, l’ascensore di Caserta doveva essere più lussuoso, degno di una vera casa Reale. Costruito l’esterno con il legno di castagno, all’interno si preferì utilizzare il legno di acero.
Entrando dunque in questo piccolo antenato dell’ascensore chiamato “sedia volante”, non c’è una sedia, bensì ci sono due panche, rivestite di tessuto proveniente direttamente da San Leucio.

Il meccanismo per trainare questo ascensore era azionato a forza di braccia, attraverso un complicato sistema di ruote dentate e di robuste corde di canapa. Si pensò a tutto, e se nei moderni ascensori esiste un numero verde da chiamare o il pulsante di allarme, Genovese ideò un sistema di sicurezza che arrestava la “sedia volante” nel caso si spezzasse una fune.

Fu proprio nell’ambito del suo incarico presso la Real Casa che il Genovese operò una serie di lavori di restauro e di decoro. Tra questi va ricordato in particolar modo, presso la Reggia di Caserta, la realizzazione definitiva della maestosa Sala del Trono, invidiata da tutti gli Imperi allora esistenti. L’ascensore fu inaugurato nel 1845, dopo un anno di lavori.

Genovesi non si prese il merito di brevettare questo rudimentale ascensore, ci penserà Elisha Otis nel 1853. L’inventore americano depositò il brevetto di un sistema di sicurezza paracadute, destinato ad impedire la caduta violenta della cabina in caso di guasti o rotture ai cavi. Nel 1870 ci fu la prima comparizione di un ascensore in Italia presso l’albergo Costanzi a Roma e dieci anni dopo, nel 1880, Siemens sviluppò quello che oggi è l’ascensore elettrico, che in Italia venne installato nel 1904 a Palazzo Barberini a Roma.

scritto da Francesco Li Volti

Una moneta del periodo:

 5 tornesi:Ferdinando II di Borbone (1830-1859). 1848. Zecca di Napoli Æ . – ø 31,8.

Dritto/ FERDINANDVS II.D.G.REGNI VTR.SIC.ET HIER.REX Testa adulta, a destra.; sotto, stella

Rovescio/ TORNESI / CINQUE nel campo; sopra, reale; all’esergo, 1849

Riferimenti bibliografici: Pannuti-Riccio 222; Monete Italiane Regionali(Napoli) 524/3